Casella-Montemaggio-Crocefieschi

Partenza: Stazione Casella Paese
Percorrenza: 3 ore e 30 minuti
Dislivello: 600 metri
Attrezzatura: Scarpe da trekking

Dal centro di Casella un percorso segnato da due rombi gialli vuoti conduce in direzione di Montemaggio. Attraversando prati e coltivazioni, si incontra una cappella dedicata a San Rocco che costituiva un tempo un riparo per i viandanti in transito nella zona. Una indicazione della F.I.E. indica la direzione da intraprendere per giungere in vetta a Montemaggio, alto 978 m.
Posto a breve distanza da qui sorge Costa, un villaggio di origine contadina; raggiunto il valico al di sopra dell’abitato, si gode di un panorama suggestivo che si apre sull’imponente cima e sulle alture e centri abitati della Valle Scrivia.
Scendendo dal sentiero, dopo un breve tratto la via si immette sulla strada provinciale che porta al paese di Crocefieschi, posto in mirabile posizione tra la Valle di Vobbia e quella di Seminella. Il paese è costituito da un borgo risalente ai tempi degli antichi liguri, posto sulla via che da Crocetta d’Orero proseguiva in direzione di Savignone e Crocefieschi per arrivare, attraverso i monti, sino a Piacenza.  Il borgo, che solo nell’anno 1797 entrò a far parte della Repubblica Ligure, deve l’origine del nome alla famiglia dei Fieschi che tramite Lorenzo, appartenete alla nobiltà di Lavagna, nel 1570 diede a Croce (l’allora nome del luogo posto su un bivio tra incroci di varie strade) il nome definitivo di Crocefieschi.
A Crocefieschi, sulla mulattiera per Vobbia, sorgono due palazzi, databili fra il XVI e il XVII secolo, voluti dalla famiglia Fieschi. Si aprono sulla piazza del comune e si tratta di due edifici simmetrici, originali nella loro struttura, con una torretta logge bifore che si fronteggiano, incorporate nella massa quadrata della costruzione. Originariamente i palazzi erano tre, uno per abitazione, che andò quasi completamente distrutto da un incendio verso la fine del XVIII secolo al tempo della repubblica Ligure, un secondo per il Commissario, dotato di una meridiana ormai scomparsa, sede odierna del comune, un terzo per il Podestà che vi amministrava la giustizia. Tra i due palazzi attuali esisteva un muro di pietra con mattonate denominato “cavallo” per la caratteristica forma a dorso di cavallo, che si estendeva da un lato all’altro della piazza comunale e la sovrastava. Ai suoi piedi sgorgava una fontana chiamata ancor oggi “i bronzin”.